Fronte piena
accarezzata da Joshua Kimmich, roba al profumo d’intesa che Hans Hateboer levati proprio, e standing ovation all’Allianz Arena. Non basta il gol del temporaneo poker sporco al quarto d’ora della ripresa, il secondo in Nazionale dopo quello nel 7-1 alla Lettonia, a caratterizzare la prestazione di Robin Gosens nel 4-2 al Portogallo e soprattutto a definire la sua importanza per la Germania. Che nel girone F di Euro 2020 si porta a 3 punti dietro la Francia dopo esserne stata umiliata, seppur perdendoci di misura, fino a conquistare il secondo posto temporaneo proprio davanti a Cristiano Ronaldo, lo stesso che nell’autobiografia del mancino di Emmerich am Rhein compare col gran rifiuto di scambiare le maglie dopo una partita tra Atalanta e Juventus nel campionato diviso a metà dalla pandemia.
Uscito al 62′ a favore di Halstenberg, cui ha da tempo rubato il posto, Robin è stato indubitabilmente il migliore in campo per distacco in una partita spettacolare. Prima ancora del successo personale, l’assist volante per pareggiarla con Havertz (35′, dato autogol di Dias dall’Uefa), cross e controcross per l’autorete del sorpasso (40′) di Guerreiro provocata da Kimmich con la palla bassa davanti all’area piccola e perfino il cross al 6′ della ripresa per il 3-1 di Havertz. Sul taccuino, allo start, anche il mancato vantaggio, ovvero lui l’aveva messa in spaccata di controbalzo nel gioco da quinto a quinto (5′), salvo vederselo annullare per la posizione irregolare attiva di Gnabry, stella del Bayern che non si capisce a cosa serva a Joachim Loew con due trequartisti alle spalle. Numero 8 in nerazzurro e 20 nel Mannschaft, il ventisettenne atalantino ha fatto pentole e coperchi, come al 12′, servendo dal fondo a rimorchio il piattone murato di Kroos, nemico di Champions in maglia Real Madrid.
Uno score comunque aperto dal nemico, al quarto d’ora dal kick off, grazie al guizzo Diogo Jota per Ronaldo dopo la corsa con traversone lungo di Bernardo Silva sull’angolo altrui: in questo caso, Gosens è stato impossibilitato a recuperare nonostante l’estirada in extremis. Al 18′ la botta bassa a incrociare bloccata a terra da Rui Patricio, che poi gli respinge al 44′ il tiro diretto al primo palo suggerito da Havertz. Nel secondo tempo, al 22′, l’illusorio tentativo di riaprirla con Jota (22′) su sponda di un CR7 discontinuo e il palo pieno da fuori al 33′ del redivivo Renato Sanches, il migliore tra i campioni d’Europa 2016. Anche il club, ovviamente, ha celebrato le imprese del suo gioiello sui profili social.
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