La tentazione folle per levare al Diavolo pentole e coperchi, raccontata per soprannomi: il Colonnello dietro il Toro di Cali e il Ronaldito, un mancino iper-offensivo dietro due punte pure la pronto ad allinearsi, a formare un sostanziale tridente. Per difendere il secondo posto, forse la migliore strategia è l’attacco. E così in casa Atalanta sembra poter prendere piede la rinuncia all’equilibrio tattico garantito da Matteo Pessina, falso trequartista se mai ce n’è uno, bravo a inserirsi e a duettare con le punte ma soprattutto il primo dei difensori col suo pressing asfissiante sul portatore di palla, in nome della trazione anteriore. C’è ancora un sabato di rifinitura a Zingonia per pensarci su, ma ormai il dado sembra tratto. Il Rubicone dei tatticismi all’insegna dell’attendismo e dei gretti calcoli è lì solo per essere passato, magari guadandolo furiosamente. Anche perché il ruolo di runner up del campionato paga bene: 19,4 milioni alla seconda, 16,8 alla terza, 14,2 alla quarta. So’ soldi. Non vincere il trofeo nazionale ha fatto perdere 1,6 milioncini (4,4 alla vincitrice che poi ne avrà circa 2 dalla Supercoppa Italiana; la Dea sconfitta ne porta a casa 2,8): non è il caso di smenarci ancora dopo una delusione.
Altro che scansarsi per agevolare il Milan nella rincorsa alla Champions League per fare un dispetto alla Juventus, quinta e costretta a rincorrere (Atalanta 78, Napoli impegnato col Verona e rossoneri 76, bianconeri a Bologna 75) come tantissimi tifosi in rete continuano ad auspicare fin dal dopogara di mercoledì sera, inveleniti per la disastrosa combo Var-arbitro (Valeri-Massa) per il rigore negato al brianzolo sul contrasto di Rabiot e per l’incipit falloso dell’azione del primo vantaggio per il tackle falciaerba di Cuadrado a Robin Gosens. “Ognuno è padrone del proprio destino, il resto sono stupidaggini”, l’ipse dixit by Gian Piero Gasperini alla vigilia della finalissima di Coppa Italia. Ergo, dentro tutti i migliori, con la probabile variazione al copione dalla cintola in su e Berat Djimsiti terzo di sinistra dietro al posto di José Palomino rispetto all’amara nottata reggiana.