“Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo!”.

La voce di Nando Martellini penso la ricordino un po’ tutti gli ‘Over 45’ che quella sera di 38 anni fa erano davanti alla tv a seguire la finale del mondiale di calcio spagnolo del 1982. Il presidente della Repubblica più amato dal popolo, Sandro Pertini, che in piedi in tribuna esclamava “non ci prendono più” al gol del 3-0 era l’immagine di un’Italia diversa, che stava vivendo un periodo di rinascita dopo anni bui.
Gli anni ‘70 sono stati gli anni delle Brigate Rosse, delle proteste sindacali di massa, anni di tensioni sociali non indifferenti. Gli anni del calcio scommesse ma da lì il nostro Paese aveva cercato di trovare una via d’uscita che poi l’ha portato ad essere la quarta potenza industriale del mondo. Anni di crescita economica boom, anni in cui investire in titoli di Stato significava avere rendimenti a due cifre.
Tutto questo per dieci anni, perché esattamente la mattina dell’11 luglio 1992 gli italiani si risvegliarono con una sgradita sorpresa. Nella notte il blitz del governo Amato li aveva resi tutti più poveri: dalla sera alla mattina vi fu il prelievo forzoso del 6 per 1000 da tutti i saldi di conto corrente. L’ultima vera manovra patrimoniale si concretizzò nell’estate di 28 anni fa.
Il tasso medio di interesse annui dei titoli di Stato nel 1982 era del 14,05%, roba da stropicciarsi gli occhi confrontato coi giorni nostri. Capisci che un prelievo forzoso di quel tipo fu fastidioso ma non impoverì nessuno. I titoli di Stato oggi, su scadenza decennale, hanno un rendimento dell’1% o poco più (vedi emissione Btp Futura) ed un eventuale prelievo forzoso sarebbe molto più “doloroso” per i risparmi degli italiani.
Ieri sono usciti i dati della produzione industriale italiana di maggio e ho letto di gente che esultava per un +42% rispetto ad aprile (sai che roba, eravamo chiusi in lockdown) invece di preoccuparsi per un dato inferiore al 20,7% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. L’economia stenta a ripartire, la “potenza di fuoco” degli aiuti alle imprese è rimasta finora solo nei decreti notturni della presidenza del consiglio dei ministri.
Parlando ogni giorno con gli imprenditori mi rendo conto che la situazione economica è veramente ad un punto di svolta, loro stessi hanno paura a muoversi perché non vedono chiarezza e pianificazione. Siamo stati il Paese europeo più colpito dalla pandemia sanitaria e siamo quello che farà più fatica a risollevarsi.
Nelle prossime settimane il consiglio europeo sarà chiamato a deliberare in modo definitivo sui fondi da mettere a disposizione dei vari Stati, non possono permettersi passi falsi altrimenti tutto il vecchio continente pagherà un caro prezzo a livello economico.
E tutto questo i mercati lo sanno bene. Nel corso della settimana appena trascorsa tutti, ma proprio tutti, i listini europei hanno chiuso in negativo mentre sia in America che in Asia si sono mossi in terreno positivo.
Dai minimi storici del 20 marzo siamo lontani di media ancora del 15% mentre Stati Uniti ed Asia in alcuni casi hanno recuperato totalmente e nei restanti manca veramente poco.
È ora che i politici europei mettano fine a gli screzi interni e si compattino tra loro, cambino strategia e aiutino economia reale a risollevarsi e a ripartire se non vogliono essere causa del fallimento di parecchie aziende con conseguenti tensioni sociali che ci riporterebbero indietro di 40 anni.
E tu investitore cosa devi fare in questo momento? Di sicuro se hai una strategia concordata col tuo consulente devi continuare a seguirla, non devi saltare da un titolo all’altro alla ricerca del rendimento del momento, come ho sempre scritto e detto i risultati si raggiungono osservando il “piano operativo” nei minimi dettagli anche se ogni tanto arriva qualche pugno nello stomaco.
I mercati reagiscono sempre, basta perdere qualche giornata positiva (per la fretta e la voglia di cambiare investimento) che tutto salta. Se hai liquidità ferma sul conto pensa a come investirla, usa gli strumenti adatti a diversificare i tuoi investimenti e non concentrare su un singolo titolo più del 3/5% del tuo patrimonio. Fondi comuni, Etf e gestioni patrimoniali ti vengono incontro in questo caso.
Esattamente il contrario di quanto fatto da chi ha sottoscritto il BTP Futura (scadenza 10 anni rendimento media atteso 1,38% annuo). Ne sono stati piazzati poco più di 6 miliardi di euro per un importo mesi di poco superiore ai 30.000€ ad operazione.
Significherebbe che in Italia circa 174.318 investitori con almeno 1 milioni di euro di patrimonio hanno investito il tra il 3 ed il 5% del loro patrimonio su questo titolo.
Io non credo sia andata proprio così e fra 10 anni vedremo se i risultati migliori in termini di rendimento li avranno ottenuti loro o chi avrà investito seguendo una diversa strategia… una mezza idea l’ho ma la tengo per me.
Buon fine settimana.

Simone Pontiggia