Atalanta – Sampdoria 1-1 (1-0)ATALANTA (3-4-2-1):
Pardel 6; Guerini (cap.) 6,5, Comi 6, Tornaghi 5,5; Martinelli 6,5 (29′ st Capac 6), Colombo 6, Manzoni 7, Armstrong 6,5; Bonanomi 7 (35′ st Riccio sv), Vavassori 7,5; Vlahović 5,5 (19′ st Jonsson 5,5). A disp.: Sala, Obrić, Ghezzi, Bonsignori Goggi, Gobbo, Fiogbe, Tavanti, Ragnoli Galli. All.: Giovanni Bosi 6.
SAMPDORIA (4-3-3): Scardigno 7; Ventre 6, Lötjönen 5,5, D’Amore 6, Langella 6 (46′ st Georgiadis sv); Uberti 7 (45′ st Zeqiraj sv), Valisena 6, Chilafi 5,5 (1′ st Balduzzi 6); Leonardi 5,5 (14′ st Thiago Sa Gomes 7), Polli 6,5, Ovalle Santos 5. A disp.: Gentile, Costantino, Chiesa, Devic, Dacourt, Malanca, Islam. All.: David Sassarini 6,5.
Arbitro: Gasperotti di Rovereto 6 (Piatti di Como, Marchese di Pavia).
RETI: 3′ pt Vavassori (A), 21′ st Uberti (S).
Note: mattinata soleggiata, spettatori 160. Ammoniti D’Amore, Manzoni, Ventre e Capac per gioco scorretto. Occasioni da gol 16-3, tiri totali 18-3, parati 8-0, respinti/deviati 1-1. Corner 8-1, recupero 1′ e 5′.
Alzano Lombardo – Come mollare la presa sulla zona playoff, da sesti alla vigilia a braccetto col Sassuolo, azzeccando una sola chance sulle sedici costruite. Breve storia triste di una Primavera dell’Atalanta (31 punti in 20 giornate, altro nullo dopo il 2-2 di Monza) assolutamente dominante contro la Sampdoria, ma dal cinismo sotto i tacchetti. E l’ex AlbinoLeffe Sassarini, maestro di tattica, ringrazia per il punticino generosamente concesso. Riassuno e sinossi: Vavassori batte un colpo (quarto personale in campionato, sesto con la coppa) entro il tris dal kick off aprendo il piattone nell’angolino opposto, raggiunto da Uberti che finalizza alzandola da terra il più implacabile dei ribaltamenti. In mezzo, intreccio a una sola metà campo. Non basta. Ora, per la squadra di Bosi, due festivi di fila sempre alle 11 in casa del Lecce e ospitando l’Empoli, mentre sarà il Torino a chiudere il programma di febbraio al Filadelfia nel posticipo pomeridiano (ore 16) di lunedì 26.
Da Martinelli per il sinistro alto di Manzoni via velo di chi colpirà entro brevissimo, al “Pesenti Pigna” non è passato manco un giro di lancetta e il match sembra già a senso unico. Impressione confermata col vantaggio subitaneo del’italobrasiliano, incaricatosi del la in partitura per gli orchestrali Bonanomi (palla dentro) e Armstrong che appoggia-scarica di lato spianando la strada all’1-0. Una Baby Dea martellante non si scoraggia nemmeno le poche volte che il primo pressing non funge. Le occasioni fioccano, benché non nitidissime. All’ottavo c’è il destro strozzato in corsa, leggermente largo, aperto dal trequartista di destra mancino a Colombo. L’allarme rischia di suonare al quarto d’ora, ma per fortuna Ovalle Santos non è un’aquila nel planare sullo scavino di Valisena allargandosi al vertice sinistro dell’area piccola dove Guerini può chiudergli la visuale.
A tiro di metà frazione, ecco riaffacciarsi Bonanomi, piombato col piede debole sulla mini mischia al limite innescata dal lancio di Guerini respinto: Vlahovic ci mette la zampa, D’Amore la deviazione per rendere inoffensiva la chance dopo averla provocata di fatto allontanando di testa per modo di dire. Una quasi fotocopia dall’estrema sinistra col centrale doriano a usare non benissimo la testa, per anticipare il superbomber di categoria, è un invito alla conclusione aperta del protagonista che finisce però alle stelle dal limite. Alla mezzora, la svettata di Vanja sul cross del pendolino di Pumenengo fa più male a Scardigno che all’attrezzo; un paio di scollinamenti dalla mezzora e l’apripista non punisce i cincischiamenti della difesa nemica, impegnata a tenere a bada l’ex Partizan, riprovandoci anche a una decina abbondante dalla pausa calciando teso ma non angolato dopo aver raccolto il suggerimento dell’avanzatissimo Tornaghi.
Se l’ultima ripartenza del primo tempo, cominciata da un recupero provvidenziale di Manzoni a evitare guai dall’asse Polli-Chilafi, è vanificata dall’ex Partizan che calcia senza pensarci di prima intenzione d’esterno sull’invito del compagno fin lì goleador, la ripresa s’avvia (3′) col pericolo del solito Ovalle che si sbilancia all’indietro gettando alle ortiche di metri sopra il montante un 1-1 già fatto sullo scarico di Uberti al culmine delle grandi manovre di Langella. La strizza ridesta l’ammiraglia del vivaio di Zingonia: la combinazione manzoniana da destra con velo di Bonanomi innesca il sinistro fuori campo al numero 9 di casa, prima che lo stesso interno destro sganci centralmente in proprio a un metro dalla lunetta. Al 12′ ritocca a Vlahovic, che incrocia maluccio la verticale gueriniana per il sollievo dell’estremo blucerchiato. Errore di mira, invece, una cinquina d’orologio più tardi, sprecando il recupero alto e quindi l’ultimo passaggio di Bonanomi sullo scambio col partner di linea che la porta al contrario l’ha vista. Come il pareggiatore, bravissimo a incrociare a mezz’altezza, a rimorchio della new entry Thiago dopo aver preso la sfera affidandola al lancio di Polli per l’assistman.
Vittoria buttata via? A conti fatti, sì. Al 36′ a Lötjönen spettano gli straordinari per fermare l’islandese Jonsson, piazzato al centro dell’attacco, e Manzoni dalla mattonella a sinistra costringe Scardigno a staccarla dall’incrocio. Specchio stregatissimo, che nemmeno il centrocampista dal 7 sulle spalle inquadra, al volo, nella frenesia di punire l’alleggerimento di fronte di Ovalle, ridotto a stopper, sullo schema d’angolo di Riccio spizzato di scapola da Comi e controcrossato dal mancato match winner. Il rettangolo magico è più in basso. A 2′ dal 90′, il traversone dall’out destro di Colombo accende la miccia a due Vavassori-Jonsson, ma sulla girata mancina da centro area del nordico c’è ancora il guanto di Scardigno.